Nonostante i suoi trent’anni, e nonostante la presenza dei telescopi di nuova generazione (come il James Webb) che attirano tutta l’attenzione, il telescopio spaziale Hubble riesce ancora ad ispirare. Recentemente, Hubble ha acquisito un’immagine mozzafiato di NGC 1961, una galassia a spirale intermedia, con un diametro di 220.000 anni luce e situata a circa 180 milioni di anni luce di distanza, nella costellazione di Camelopardalis. Le galassie a spirale intermedie sono così chiamate perché si collocano tra le galassie a spirale “barrate” e quelle “non barrate”, cioè non hanno una barra di stelle ben definita al centro.
I dati utilizzati per creare questa immagine provengono da due fonti.
La prima è uno studio di oggetti precedentemente non osservati appartenenti all’Atlante delle galassie peculiari (o “galassie Arp”, dal nome dell’astronomo Halton Arp).
La seconda fonte è costituita da osservazioni effettuate sui progenitori e sulle esplosioni di una serie di supernove. Tra il 1998 e il 2021, in NGC 1961 sono state osservate quattro supernovae (SN 1998eb, SN 2001is, SN 2013cc e SN 2021vaz), che ne fanno un obiettivo di studio di grande valore.
L’immagine ottenuta evidenzia i bracci a spirale ricchi di polveri, le regioni di formazione stellare luminose e calde di NGC 1961 e il centro luminoso della galassia che riesce a mettere in risalto tutte le stelle del suo disco.
Questo è un esempio di nucleo galattico attivo (AGN), in cui la regione centrale emette enormi quantità di energia perché contiene un buco nero supermassiccio (SMBH) che si nutre della polvere, del gas e delle stelle circostanti nella regione centrale.
Molti AGN hanno evidenziato un’intensa emissione di getti luminosi di polvere e gas caldi, accelerati a velocità relativistiche (una frazione della velocità della luce).
Questi getti possono essere visti a milioni di anni luce di distanza e svolgono un ruolo importante nell’evoluzione di una galassia. NGC 1961 è un tipo abbastanza comune di AGN che brilla molto ma emette particelle cariche a bassa energia. Questo dimostra che i vecchi cavalli di battaglia non perdono mai il loro fascino!
Fonte: nasa.gov