È un'immagine mozzafiato (!) acquisita dal telescopio spaziale Hubble. Queste strutture sono ... vere e proprie colonne di gas freddo e polvere interstellari visibili nella Nebulosa Aquila (M16), una regione di formazione stellare della costellazione del Serpente, distante 7000 anni luce da noi. Simili a nodose dita scure (o "proboscidi di elefante", come sono state ribattezzate), sporgono dalla parete di una gigantesca nube molecolare di idrogeno, come le stalagmiti dal pavimento di una caverna, estendendosi su distanze di diversi anni luce. La luce proveniente da stelle vicine, molto calde, fa risplendere le estremità torreggianti, erodendone via via i margini. All'interno di queste nubi oscure, il gas è talmente denso da collassare sotto il suo stesso peso, innescando così il processo di formazione di nuovi embrioni stellari, nascosti ai nostri occhi dalle polveri che turbinano loro attorno. Una vera e propria fucina di stelle! [Credit: Telescopio Spaziale Hubble]

La storia delle stelle – Parte 1/2

di Riccardo Valdettaro - da cassiopeaonline.it

 

La prima volta che ci avvicinammo al radiotelescopio sembrava una scena da film: un’enorme parabola che si stagliava netta all’orizzonte a sei chilometri di distanza.
Il compito era quello di cercare con essa l’acqua, se c’era (e noi sapevamo che c’era!), nell’universo!

La Nebulosa Fiamma (NGC 2024) fa parte della spettacolare Nebulosa di Orione, la più conosciuta fra le migliaia che popolano il cielo. A 1500 anni luce dal Sole, Orione è uno dei più vicini “nidi d’infanzia” stellare. Qui le stelle stanno nascendo nel momento stesso in cui osserviamo: la gestazione è lunga, ma gli stadi finali sono relativamente brevi, e molte stelle vengono alla luce quasi nello stesso tempo. La “nursery” stellare della Nebulosa Fiamma è solo un’area scura nel cielo, in apparenza priva di stelle, situata nel centro della … “fiamma”: si tratta di una voluminosa nube di gas e polvere che tradisce la sua presenza per il semplice fatto di nascondere la luce delle stelle retrostanti, appena nate. La lunga, talvolta violenta, creazione delle stelle avviene, infatti, in luoghi polverosi e nascosti ed è dapprima rivelabile solo come calore, e non luce. [Credit: X-ray: NASA/CXC/PSU/K.Getman, E.Feigelson, M.Kuhn & the MYStIX team; Infrared: NASA/JPL-Caltech]

Eravamo partiti di mattina, di buon’ora, con il nostro programma di 52 sorgenti maser dell’acqua , da osservare, in tasca. Osservazioni al 32-metri erano già state fatte, negli ultimi nove anni, con notevoli risultati di catalogazione: circa un migliaio di sorgenti individuate e poi monitorate, cioè osservate regolarmente mese dopo mese, per un totale di 33.000 osservazioni. In media, 33 osservazioni per sorgente.
La media! Un’utile parametro dietro il quale si può nascondere tutto!!

L’osservazione, singola, di un oggetto celeste (sia esso un asteroide, un pianeta, una cometa, una galassia) non fornisce informazioni sufficienti per ricostruirne la storia evolutiva. È come se da una semplice “fotografia” che ritrae una strada affollata da persone, si volesse ricostruire la storia delle famiglie delle singole persone.
Tuttavia si può pensare che tutte le “famiglie” siano “più o meno” uguali, in quanto costituite da individui – neonati, bambini, adolescenti, adulti, anziani – aventi caratteristiche simili. Quindi, dalla semplice “fotografia” di una strada affollata si può risalire alla struttura tipica della famiglia “media”.

Studiare una sorgente maser, al fine di ottenere informazioni astronomiche e astrofisiche utili per la ricerca, significa capire come questa cambia nel tempo.

Le stelle nascono, evolvono, invecchiano e muoiono in tempi di milioni o miliardi di anni: nella breve vita umana si possono scorgere solo quei cambiamenti evolutivi che avvengono in tempi molto brevi, come nel caso delle sorgenti maser, la cui intensità varia notevolmente nell’arco di pochi anni (all’incirca dodici anni).

Senz’altro, in questo breve arco di tempo si può riuscire a individuare dove nasce una stella: in un marasma di polveri, gas, e molecole talmente denso da rendere invisibile l’astro nascente!
Avendo identificato il sito di nascita (questo è il compito del nostro gruppo di ricerca), si passa la “patata bollente” agli astronomi che si occupano dello stadio successivo dell’evoluzione stellare, quello relativo alla fase di stella neonata.
Una stella neonata … il primo passo di una lunga evoluzione, guidata dal valore iniziale della massa della stella, l’ingrediente chiave della “ricetta stellare”, dalla quale dipenderanno la durata del suo ciclo evolutivo, la sua temperatura e il suo colore!

 


Questo articolo fa parte di una serie di contributi pubblicati, circa 20 anni fa, in uno dei primi e forse più interessanti blog italiani di astronomia, cassiopeonline.it, fondato da Daniela Villani ed un gruppo di fantastici ricercatori, con i quali ebbi la fortuna di collaborare. Purtroppo Cassiopeaonline non è più attivo da oltre 15 anni, tuttavia, chiesi a Daniela di poterne conservare e ridivulgare i contenuti. Oggi, finalmente, ho deciso di condividerli con voi, in quanto ritengo che siano un piccolo tesoro da preservare. I contenuti sono riportati integralmente, mentre alcune immagini sono state attualizzate.